Colpo di mano elettorale

Tonino. 20 agosto 2022.

Porre dei quesiti è sempre d’obbligo, ma le risposte possono essere impressionanti. Perché si va al voto così di fretta? Va bene tentare di lasciare il cerino acceso in mano al M5S, anche se molti hanno capito che se si andava a scadenza naturale a marzo del 2023 la rabbia dell’inverno al freddo, se non alla fame, avrebbe potuto inficiare il voto alle destre pompato da mesi in modo asfissiante a sostegno di Draghi, notorio uomo di estrema destra nei fatti. Bisogna votare e sistemare le cose prima che la rabbia popolare parta.

Per un Draghi 2 bisogna intanto ridimensionare il Pd (Letta lo sta facendo da solo in un guazzabuglio politico da brivido) e soprattutto il M5S, che comunque ha un asso popolare in mano: Conte. Non a caso l’attacco speciale demonizzante è riservato proprio a lui. Il colpo mancino a Conte offerto a Draghi da Di Maio, al momento opportuno, cioè “a tempo”, sembra proprio organizzato bene, in vista delle elezioni e nel silenzio solito di un presidente volutamente d’accordo. Ha insistito per mantenere un Draghi 2? Assolutamente no; questa volta non ha ricattato il Parlamento; quindi elezioni subito, due giorni dopo la scadenza dei quattro anni, sei mesi e un giorno dei parlamentari e dei loro diritti acquisiti. Il monarca assoluto non avrebbe retto ulteriori 4 mesi. Quando i veri nodi del guerrafondaio e militarista sprecone sarebbero arrivati al pettine. O quando la Commissione inizierà a richiedere indietro i soldi del Pnrr o vendere quel che rimane del paese, tipo Grecia (Però! Governata dall’estrema destra garante).

Al centro (?), nel Pd (ormai sempre più centro) e a sinistra, di nuovo vengono rimescolati ideali, programmi comuni, programmi differenziati e contraddittori nello stesso calderone. Si può definire il programma del Pd come “correre a rilento”. A destra non hanno bisogno di programmi. Sono la continuità atlantista e neoliberale vincente in tutta (quasi) Europa dalla Thacher in poi. Tra l’altro, ironia, sono contro tutto quello che hanno votato e detto in questi anni. Ha ragione Berlusconi, si fa presto a far dimenticare tutto alla gente.

Un merito particolare quindi a Berlusconi. Ma il suo staff politico, o meglio di marketing, possibile che abbia puntato sulle pallonate che rilancia da 30 anni a ogni campagna elettorale? Sembra di sì, con una faccia tosta teatralmente eccezionale e sincera. Ma veramente si riferiscono al loro elettorato tifoso, cieco e lobotizzato che non ricorda nulla? Oppure puntano sul fatto che la realtà vera non conta più ma solo quella virtuale raccontata dai suoi giornalisti scagnozzi? Possibilissimo di questi tempi, anzi sicuramente.

E riecco, in varie casacche, tutte le “Gradisca” di questi ultimi 20 anni, taglio capelli, sorrisi  e baby doll nuovi. Hanno distrutto tutto il possibile, scuola, lavoro, diritti acquisiti. Non da sole ovviamente. Ma la gente proprio dimentica? Vuoi vedere che i beneficiari del Reddito di Cittadinanza daranno loro il voto visto che glielo vogliono togliere o non andranno a votare perché “sono tutti uguali”? Magari perché si vergognano di non trovare il lavoro che non c’è. La sindrome di Stoccolma a volte ti coglie di sorpresa.

L’errore del M5S. Bisognava andare al voto quando Mattarella li ha cacciati dalla responsabilità di governo. Avrebbero stravinto. Tanto nel frattempo non sarebbe successo proprio nulla, comandano altri, e abbiamo visto ugualmente la minaccia tedesca dello spread metterci al guinzaglio. Come è successo con il cassiere-palo della mafia bancaria mondiale durante il suo regno assoluto con il “governo dei migliori”. Il M5S è stato logorato dai due poli istituzionali, perché il sistema elettorale paese, come per Repubblicani e Democrats americani, è saldamente sul binario bipolare e non permette la nascita di nessun terzo polo. Due ammucchiate sono sufficienti per fare più o meno le stesse cose anche se a parole diverse.

Avrebbero dovuto accompagnare la vittoria referendaria sul taglio dei parlamentari con una riforma elettorale prioritaria che non permettesse accoppiamenti immondi e ambigui come sta avvenendo nello spettacolo della divisione e mercificazione delle poltrone. Come se tutto fosse già aggiustato, dimenticando la pelle dell’orso. C’è di tutto e di più in ogni apparentamento, cioè anche parecchia parentela, sembra.

Ma tanto a loro cosa importa se molti, in questa confusione, decidessero di non andare a votare? Tutti gli interessati dicono che hanno torto. Anche se i più sinceri che parlano di un diritto costituzionale da utilizzare.

Comunque questa fretta del voto è per mettere la destra reazionaria e militarizzata a governare il paese appena la crisi economica e sociale si farà sentire in tutta Europa. Persino qualche politico in questa Europa  stupida e desolata, sta cominciando a vedere la trappola in cui l’Unione è caduta, prima aderendo in maniera quasi oscena alle “misure” anticovid e alle vaccinazioni sperimentali che hanno indebolito il sistema produttivo e la spina dorsale delle piccole imprese, poi già intontita si è data il colpo di grazia con le sanzioni alla Russia che hanno funzionato magnificamente, ma disgraziatamente al contrario aiutando Mosca e penalizzando l’Europa.  Di tutto questo vediamo solo le avvisaglie, il brutto arriverà durante l’autunno-inverno quando i prezzi dell’energia finiranno col salire ancora e determineranno reazioni difficili da prevedere. Questa situazione si era cominciata a delineare quasi subito dopo l’inizio dell’operazione russa, tra la fine di marzo e i primi di aprile quando si era arenato miseramente  il tentativo della “comunità internazionale” di isolare la Russia e dunque di dare alle sanzioni un peso economico significativo. A quel punto doveva essere chiaro che la strategia di seguire gli Usa in ogni loro disegno di caos e di morte non avrebbe pagato, anzi sarebbe costato un prezzo altissimo e dunque bisognava in qualche modo fare dei passi indietro. Ma questo non è avvenuto anzi si è andati avanti in un’escalation folle, tutti con il ridicolo elmetto in testa, manipolando e sapendo che più della metà della popolazione italiana ed europea non era d’accordo.

Ora che le cose sono chiare a tutti, compresi (forse) gli idioti russofobi, non si può più tornare indietro: la massiccia fornitura di armi al regime ucraino ha trasformato l’operazione di Mosca in aiuto delle popolazione del Donbass in una guerra con la Nato e che ha definitivamente fatto capire alla Russia che non c’è nulla da aspettarsi dai ceti politici europei, e men che meno che mantengano la parola data visto che di fatto sono dei burattini di Washington e dei poteri finanziari. L’unica strada praticabile per poter non dico azzerare la situazione, ma renderla meno dura e salvare il nucleo produttivo dell’Europa l’hanno in mano i cittadini che possono quando ne capita l’occasione, o imponendola con la piazza, mandare a casa questa miserabile plebaglia politica insignificante da ogni punto di vista come appunto si addice a dei portavoce o a dei servi e distruggere il teatrino democratico, (visto lo spostamento della rappresentanza e delle decisioni tutte altrove), che ad ogni elezione viene messo in piedi.

Deve essere chiaro che ogni voto dato a uno qualsiasi dei partiti presenti in Parlamento è un voto dato alla certarovina del Paese per la quale del resto è stato ingaggiato Draghi. In questo senso, anche con tutti i dubbi e le perplessità che si possono avere, l’incerto, ossia le nuove formazioni politiche tempratesi nel corso della dittatura sanitaria, per quanto piccole, litigiose e persino poco definite nelle idee, diventano assolutamente preferibili, se non altro in base alla teoria delle probabilità.

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